Caro Diario… “Il Maltempo”

Caro Diario,

Oggi ti scrivo in silenzio, senza voler attirare attenzioni. Soltanto perché ne sento il bisogno, e perché scrivere serve solo a sgretolare le mie angosce.

Piove. Come non mai, come non succedeva da tempo. Gocce d’acqua cadono dal cielo come macigni, e fiumiciattoli si formano sul ciglio della strada. È un preludio d’inverno questo, il primo di una lunga e strana estate.

Mi sento avvolta. Dal freddo, dalla pioggia, dal cielo grigio. Mare e cielo sono un tutt’uno, nessuna linea demarcatrice. Come un cuore in tempesta che si apre al mondo e lascia uscire milioni di emozioni: non c’è più un cuore, non c’è più un mondo, c’è solo l’esistenza, nel suo fondersi con tutto ciò che la circonda.

Per troppi anni ho tenuto chiuso il mio cuore. La paura mi ha frenata, mi ha gelata, il freddo dentro mi ha anestetizzata dall’essere, dal vivere. E adesso, che riscopro me stessa e mi affaccio al mondo come un bimbo in fasce, il primo sentimento che respiro è il dolore. Forse è così che si inizia a vivere. Il primo gemito di un neonato, la vita nel suo urlo di disperazione.

Sono in questa fase. Ancora non riesco a fare uscire un filo di voce dal petto, ma sono appena venuta alla luce e mi sento spezzata dal dolore, persa nelle mie insicurezze e nella paura d’aver perso il mio caldo nido.

Ma è così che tutto inizia, con un urlo di disperazione.

La vita senza il dolore non ha alcun senso, e la pace è una conquista lenta e sofferta, che si gusta solo dopo aver combattuto a lungo.

Adesso ho giorni buoni e giorni cattivi. Momenti come questo, in cui mi sento avvolta dalla tempesta, e altri col sole alto in cielo in cui mi sento del tutto fuori posto, incapace di gioire.

Passerà, come passa il tempo, come scorrono le stagioni dentro e fuori dall’anima.

Adesso ti saluto, resto un po’ qui ad ascoltare la pioggia.

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